Nella finestra di Antonio Syxty a cura di LiquidSky l’intervista col Prof. Natale Stucchi dell’Università Bicocca di Milano sulla percezione della musica da parte del cervello umano e sui codici che ci permettono di condividere l’apprezzamento per un’opera d’arte, come per qualsiasi forma di comunicazione.
“Come non ha senso domandarci che cos’è il rosso che stiamo guardando, così ha poco senso domandarci che cos’è il godimento estetico che stiamo provando, almeno in un contesto di estetica empirica. Ha molto più senso domandarci come è possibile generarlo a colpo sicuro, come di fatto fanno e hanno saputo fare i grandi artisti.”
(Natale Stucchi, Arte come forma di comunicazione, in Giornale italiano di psicologia, marzo 2020)
E, ancora, “La sensibilità al ritmo, che troviamo non solo nella musica, ma anche nel linguaggio, nella danza, nel movimento corporeo, e in gran parte dei comportamenti umani permette di estrarre l’organizzazione temporale di una successione di eventi e usarla per prepararci anticipando eventi futuri, mentre stiamo ancora elaborando un evento presente.”
(Stucchi/Guasti/Pagliarini, Ritmo e lettura nella dislessia, in Respiro, inverno 2020)
Quindi, che noi si sia artisti visuali o scrittori, comunicatori pubblicitari, registi o musicisti, come è possibile generare “a colpo sicuro” empatia sulle nostre creazioni? Esiste un metodo che ci possa garantire un sicuro successo presso il nostro pubblico?
E poi, sappiamo anticipare gli eventi? La capacità di “anticipare” è indispensabile per suonare come per recitare, quindi per entrare in empatia coi codici espressivi che gli artisti hanno impiegato per creare l’opera che contempliamo, o a cui partecipiamo da spettatori, quindi anche noi dobbiamo saperli utilizzare per esprimere la nostra creatività.
Ne abbiamo parlato con il Professor Natale Stucchi, Ordinario di Psicologia Generale all’Università di Milano Bicocca, nel corso de La finestra di Antonio Syxty, in diretta su Facebook giovedì 21 gennaio alle ore 19, ma che potete rivedere integralmente qui di seguito.
Ma dunque linguaggio e senso del ritmo, percezione dell’armonia, sono componenti innate dell’essere umano – come dei suoi cugini primati – o sono frutto di elaborazione culturale? Seguite la chiacchierata per incamminarvi nell’appassionante “inner space” dei meccanismi di funzionamento della macchina umana, un viaggio che ci proponiamo di approfondire ulteriormente presto.