A 40 anni dall’uscita, Amoeba Films ripropone in DVD e Blu-ray una versione rimasterizzata ed arricchita del cult dell’82 sulla scena new wave newyorkese.
“Nostalgia machine
Like a positronic ray
In a liquid sky”
(Soft Cell, Nostalgia Machine)
Fiutate anche voi nell’aria un certo revival di new wave e anni ’80? L’espressione Fluorescent Adolescent nel titolo del nostro articolo è il titolo di una canzone degli Arctic Monkeys, rock band inglese dedita a una decisa ripresa di sonorità post punk, mentre i Soft Cell – da cui abbiamo ripreso alcuni versi di una canzone dell’ultimo album (Happiness Not Included) – furono dei protagonisti indiscussi della cold wave elettronica e dance dei primi ’80 (ricordate Tainted Love?), recentemente tornati in azione.
Il momento era quindi propizio: nel 2022 scoccavano i 40 anni da quando approdava nelle sale (anche italiane, sì: io lo vidi al cinema Moderno di Lodi, pensate!) un piccolo film underground americano, diretto dal regista di origine russa Slava Tsukerman, al quale noi dobbiamo nientemeno che il nostro brand: si tratta infatti di Liquid Sky, bizzarra pellicola del 1982 ambientata nella New York alternativa dei club in cui si suona la nuova musica electro dance, ballando a scatti nervosi, vestiti con improbabili abiti geometrici che qui in Italia avremmo scoperto attraverso il look “Arlecchino punk” di Alberto Camerini e le copertine di Mario Convertino (sotto un paio di esempi legati ai Krisma, ne abbiamo parlato più diffusamente in un articolo su Posthuman relativo alle ristampe discografiche della new wave nostrana).
Il titolo in verità derivava da una definizione slang dell’eroina, ma il film riunisce in sé parecchie delle nostre passioni: una fantascienza un po’ folle – c’è un UFO che s’aggira per la Grande Mela, affamato di droga e della molecola sintetizzata dal cervello umano durante l’orgasmo! – la musica alternativa e, come potete vedere dal trailer qui sotto, un immaginario psichedelico dai colori fluo ipersaturi (frutto delle invenzioni visive del direttore della fotografia Yuri Neyman), pazzescamente visionario e per l’epoca molto innovativo; guarda caso un po’ lo stesso che troviamo nell’artwork dell’ultimo disco dei Soft Cell riprodotto sopra.
Dopo anni di oblìo – era stato edito all’epoca solo in VHS – ora Liquid Sky ritorna visibile in una lussuosa riedizione curata dal misterioso SS-Sunda per la sua collana Amoeba Films, che promette visioni punk senza remore di buon gusto né political correctness (come arguite da titoli e locandine proposti al link del catalogo), certamente trippa tosta per i succhi gastrici di Posthuman.
Sia il DVD che il Blu-ray sono infatti disponibili in versione deluxe con artwork originali e riproduzioni dei poster dell’epoca, ma soprattutto con prezioso CD dell’algida colonna sonora composta dalla musicista d’avanguardia Brenda Hutchinson con Clive Smith, interamente al Fairlight, precursore del campionatore ma all’epoca ultimo grido dei sintetizzatori.
Ricco anche il comparto extra dei dischetti, con interviste recenti al regista e alla protagonista Ann Carlisle, coautrice della sceneggiatura e virtuosisticamente impegnata nel doppio ruolo della modella bisessuale e cocainomane Margaret e del suo androgino rivale maschio, l’odiosissimo e spocchioso Billy.
Vediamo il documentario Liquid Sky Revisited e anche riprese live di cosplayer che impersonano gli stravaganti personaggi del sottomondo trendy punk fashion, dimostrando così lo status di cult conquistato dalla pellicola coll’andar del tempo (qui sotto).
Un film che forse non figurerà mai fra i capolavori assoluti nelle storie del cinema ma che – a parte le innovazioni tecniche adottate e il bizzarro mix di fantascienza extraterrestre e satira sociale – vanta anche il merito di essere uno dei pochi che approccia il dramma della diffusione della droga in certi ambienti subculturali non in chiave melodrammatica (come il quasi contemporaneo e ben più famoso Cristiane F.di Uli Edel) ma appunto offrendoci un quadro sardonico di questi ragazzotti/e, a metà strada tra la fauna da Factory di Andy Warhol e i Ragazzi Selvaggi di Burroughs, tra i Visage e Adam Ant; una polaroid in qualche modo profetica dell’imminente appiattimento della loro “rivolta dello stile” sulle superfici patinate e seducenti del fashion fine a se stesso.
Cosa ha a che fare questo saggetto di antropologia dell’underground col mondo della comunicazione, focus di questo blog? Leggete l’ampio servizio Un tunnel nel cervello di Damiano Greco al centro del numero di Heavy Metal attualmente in edicola (v. sotto copertina del magazine e apertura dell’articolo): scoprirete con maggiore approfondimento di quello che possiamo permetterci noi qui quale fecondo e prolifico legame lega il linguaggio pubblicitario all’immaginario di fantascienza, sin dai tempi di… Blade Runner, avevate dubbi?!
Che poi sono lo stesso anno di uscita di Liquid Sky, solo due anni prima del 1984 di Orwell, evocato nel rivoluzionario spot della Apple per il computer Macintosh e diretto dal medesimo Ridley Scott (come ricordato da Greco nel suo pezzo qui sopra).
Buon divertimento allora, se sceglierete di rituffarvi nell’atmosfera Eighties di Liquid Sky e… “don’t fade to grey”!
P.S.: il trailer del film e il filmato dagli extra sono linkati al canale YouTube di LiquidSky Agency
per gentile concessione di Amoeba Films.