Un’editrice di fumetti vara una serie di video social sui propri prodotti editoriali che cita storiche pubblicità degli anni ’80. Un nuovo segno dei tempi rivolti al vintage?
Shockdom, casa editrice di fumetti nata da una web agency con obiettivi multimediali, ha lanciato sul web la sua nuova campagna pubblicitaria, che ha siglato con l’hashtag #tisbloccounricordo. Gli spot, di cui possiamo vedere qualche immagine del primo soggetto qui sotto, si ispireranno alle pubblicità più famose degli anni ‘80, decennio oltremodo mitizzato negli ultimi tempi, e della cui consacrata storicizzazione tratterà la riflessione del nostro articolo.
La casa editrice è nota per avere nella sua scuderia fumettisti come Sio, ideatore del magazine Scottecs comics, e Labadessa, illustratore napoletano famoso per le sue vignette sarcastiche che hanno come protagonista un cinico uomo uccello rosso, vera icona tra il popolo di Instagram (ha persino più follower di Zerocalcare). Sono entrambi protagonisti della New wave del fumetto italiano, i cui adepti si contraddistinguono per i tratti del disegno estremamente semplificati, al limite dell’infantile, al contrario dei testi che invece si caricano di filosofia esistenziale; una rivoluzione stilistica in cui va inclusa anche l’opera di Fumettibrutti, provocatorio alias di Jole Signorelli, a sua volta un fenomeno cresciuto su Instagram.
La Shockdom ha puntato su una linea editoriale che guarda ai nuovi linguaggi espressivi, generati dai palcoscenici social, quindi la scelta della sua campagna dalle connotazioni così nostalgiche ci fa chiedere quale sia in realtà il target a cui sono destinati questi fumetti. L’idea di Lucio Staiano, titolare e fondatore della casa editrice, era quella di ideare una campagna social che omaggiasse la creatività storica delle pubblicità iconiche del decennio dell’opulenza e dei capelli cotonati, partendo con il remake di Silenzio: parla Agnesi. Nello storico spot, come ricorderà chi è nato prima del 1980, è in corso una cena, un gruppo di persone mangia la pasta e nessuno parla, perché, appunto, quando c’è nel piatto la pasta Agnesi non c’è nient’altro da dire.
Nello spot Shockdom i commensali invece di mangiare sono immersi nel piacere della lettura dei fumetti, ovviamente oggetto della comunicazione dell’editore. Sono previsti per ora cinque video, destinati ai canali social di Shockdom, ciascuno con indizi con cui giocare a indovinare lo spot successivo, innescando l’hype dell’operazione nostalgia come se fosse una sorta di gioco interattivo. Le riprese sono state effettuate a Palermo con la collaborazione dell’Associazione Culturale Gianburrasca, di Villa Boscogrande e Sogni Grandi Arredi. La regia è di Sergio Nuzzo di Whig Italia.
Come mai scegliere una tematica vintage per una casa di fumetti i cui artisti usano un linguaggio così contemporaneo? Infatti, vuoi Sio che Labadessa sono autori molto apprezzati dalle nuove generazioni di lettori – il loro successo su un canale come Instagram ne è la testimonianza – eppure la casa editrice ha voluto mirare all’effetto nostalgia, che cattura lettori della generazione precedente e oltre, i quali evidentemente rappresentano una corposa porzione dei loro affezionati. Questo ci porta a due diverse riflessioni: la prima riguarda la fruizione del fumetto, che ormai è completamente sdoganato dall’essere intrattenimento per adolescenti ma si è caricato di contenuti intellettuali che possono soddisfare palati fini di lettori con qualche anno in più e con bagagli culturali più ampi (si veda al riguardo il nuovo ciclo di tre albi in uscita di Dylan Dog, emblematicamente tratti da altrettante canzoni mitiche di Vasco Rossi del periodo 1977/’79!).
La seconda considerazione riguarda il periodo storico scelto, appunto il decennio degli anni ‘80. Storicamente è il periodo in cui esplode il successo i videoclip – in pratica gli spot pubblicitari di una canzone pop – e dei canali tv ad essi dedicati: il linguaggio è ancora nuovo, quindi i registi chiamati a raccolta vengono da ambienti artistici molto più alti, come il cinema ed il teatro (Qui potete guardare un’interessante intervista al regista teatrale e performer artist Antonio Syxty che ci racconta la genesi della nascita del video Bandiera Bianca di Franco Battiato, da lui girato proprio all’inizio degli anni Ottanta, in esclusiva per la nostra Weird Room).
Molti dei primi videoclip passati alla tv in quel periodo erano girati ancora in pellicola, con un gusto molto raffinato, anche se talvolta con qualche anche ingenuità che oggi ci fanno sorridere, soprattutto dopo l’evoluzione della CGI e dell’animazione 3D. Questa rivoluzione mediatica ed estetica riguarda proprio l’immagine: la cura del look e delle coreografie che accompagnavano le hit in classifica ha investito in pieno anche il mondo dell’ADV, prendendone in prestito lo stesso impatto emozionale, per questo alle pubblicità degli Eighties spesso associamo determinati brani musicali, (qui un articolo di Mario G. che indaga il rapporto tra musica e pubblicità, ispirato alla campagna Fiat basata su un classico di Marvin Gaye).
Nella decade della perentoria affermazione delle tv commerciali (oltre che di quelle dedicate ai videoclip, si diceva), anche gli spot pubblicitari diventano a propria volta sempre più raffinati e complessi, talvolta ironici, nei casi più fortunati rappresentativi di veri e propri stili di vita o addirittura filosofie (ad es., l’ecologismo, tornando al caso Fiat-Marvin Gaye), generando quelle pubblicità iconiche di cui la Shockdom ha preso evidentemente in prestito il pathos, ancora così vivido nelle nostre menti, sottolineando ancora una volta come l’impatto della pubblicità sia efficace quando dietro ha un’idea vincente che tocca le giuste corde, creatrice di un messaggio che può scavare un solco profondo nella memoria collettiva.
Roberta G